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Scritto da Redazione
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11 Settembre 2024

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Arte e Gambling: il “casinò” nella cultura e nell’arte occidentale

Fin dai tempi antichi, il connubio tra arte e gioco d’azzardo ha definito la cultura occidentale e il modo in cui siamo soliti approcciarci al gambling. Il rapporto è stato bidirezionale: da un lato, l’arte ha influenzato il gioco nelle sue forme più disparate (si pensi alle carte napoletane, le cui raffigurazioni dipendono dall’iconografia medievale); e, dall’altro lato, il gioco ha influenzato l’arte, ispirando decine di film e romanzi sul mondo dei casinò e delle scommesse.

Oggi, l’universo delle scommesse è mutato profondamente: gli utenti preferiscono dedicarsi alle slot online piuttosto che recarsi nelle sale tradizionali come il Casinò di Venezia (qui al link https://casinostellati.com/slot-che-pagano-di-piu alcuni consigli sulle slot dal pagamento più alto). 

Eppure, anche i giochi digitali del XXI secolo dipendono in parte dal connubio tra arte e gambling tipico della nostra cultura. Pensiamo a una classica slot machine online di Pragmatic Play (https://sweet-bonanza-slot.net/italia/) chiamata Sweet Bonanza: il paesaggio della slot appare chiaramente ispirato all’arte paesaggistica di origini fiamminghe.

Ne parleremo più nel dettaglio nel corso dell’articolo, indagando il rapporto tra gambling, cultura e universo museale.

L’arte e il gioco d’azzardo

Nel XIX secolo, la cultura occidentale ha conosciuto un forte sviluppo e una metamorfosi, dovuta alla nascita di correnti non tradizionali sia nell’ambito della scrittura che della pittura. In pittura, si sono sviluppati l’impressionismo e l’espressionismo; mentre in scrittura, i romanzi psicologici di Dostoevskij hanno mutato per sempre il concetto di letteratura classica a cui il pubblico era abituato.

Proprio nell’anno 1866, Dostoevskij diede alle stampe uno dei suoi romanzi più famosi: Il Giocatore, in cui veniva trattato il tema del gioco compulsivo e dell’amore per il rischio tipico dei personaggi dostoevskiani. 

Ne Il Giocatore, ambientato nella città termale di Roulettenburg, Aleksej Ivànovic si trova impigliato nell’universo delle scommesse, proprio come era accaduto all’autore Dostoevskij, indebitato fino al collo e costretto a scrivere il romanzo per ripagare i propri debiti.

Quadri, musei e arte del gioco

Nel frattempo, in Europa, venivano prodotti quadri incentrati sul tema del gioco. 

Tra i più importanti possiamo ricordare:


  • I giocatori di carte di Paul Cézanne;
  • Al tavolo da poker di Edvard Munch;
  • Dogs playing poker di Cassius Marcellus Coolidge’s;
  • The Cheat with the Ace of Clubs di Georges di La Tour’s;
  • Soldiers Playing Cards di Fernand Léger.

Il rapporto tra arte e gioco non era un rapporto meramente formale. Gli autori ritrovavano nell’universo delle scommesse i temi esistenziali che gli erano più a cuore: l’amore per il caso, il rapporto tra destino e fortuna, la disperazione dell’artista nel suo rapporto con la società borghese e con l’incapacità di gestire il denaro.

Inoltre, il gioco d’azzardo era utilizzato come strumento per approfondire stili pittorici come quello cubista (Léger) o pre-impressionista (Cézanne). In Soldiers Playing Cards di Fernand Léger, il pittore non si limita a raccontare il gioco d’azzardo in senso esistenziale, ma utilizza il tavolo come strumento di scomposizione tipico del cubismo analitico. 

Nelle mostre e nelle esposizioni museali il gambling aveva nel corso dell’Ottocento e del primo Novecento un ruolo da protagonista.

La nascita dei casinò: uno sguardo

Molti secoli prima, nelle bettole romane, Michelangelo Merisi detto Caravaggio diede vita a un’opera entrata di diritto nella storia dell’arte: I bari, prodotto nel 1594. Il tema dei bari è ancora una volta quello del gioco, e dell’abitudine - molto diffusa all’epoca - di truccare i risultati per ottenere un evento di vincita.

Ma il rapporto tra arte e gioco non riguarda solo il contenuto dell’opera pittorica e letteraria; bensì la nascita e lo sviluppo dei casinò oggi diffusi sul suolo nazionale.

Pensiamo per esempio al Casinò di Venezia, il più antico del mondo (1638). Secondo fonti certe, quel casinò veniva regolarmente frequentato da Wagner, che morì proprio nel Ca' Vendramin Calergi nella notte del 13 febbraio 1883. Il caso di Wagner non era isolato: molti altri personaggi dell’epoca erano soliti frequentare il casinò per trovare ispirazione e per soddisfare la passione per le scommesse e per i tavoli della roulette.

Arte e Casinò: il cinema e le carte da gioco

Nel rapporto tra arte e gioco, rimangono due elementi da considerare:

  • la nascita delle carte, evento intrecciato allo sviluppo dell’iconografia medievale e alle illustrazioni tipiche dei tarocchi;
  • il rapporto tra gioco e cinema (molti film del nostro secolo hanno eletto il casinò come luogo preferenziale delle proprie narrazioni).

Chiunque abbia visto i film di James Bond, sa che moltissime scene del franchise si svolgono all’interno di lussuosi casinò sparsi per il globo. Il casinò non è qui solo un luogo fisico, ma l’incarnazione del glamour che contraddistingue il carattere e la personalità del noto agente segreto. 

Per quel che riguarda le carte da gioco, sappiamo con certezza che i mazzi napoletani devono gran parte del loro sviluppo all’arte medievale e alla simbologia dei tarocchi. Questo significa che, ogniqualvolta ci si dedica a una partita di briscola o scopa, si sta inconsapevolmente utilizzando una simbologia antica, originata nell’universo dell’arte e delle raffigurazioni allegoriche medievali.

Conclusione

Al giorno d’oggi, il gambling sta conoscendo una rapida diffusione sul suolo nazionale - diffusione dovuta allo sviluppo delle piattaforme digitali e dei casinò online, che forniscono la possibilità di puntare direttamente da casa propria. Conoscere le origini del gambling è necessario per ogni appassionato del settore, ricordando che è sempre necessario scommettere con cautela facendo propria la lezione dei personaggi di Dostoevskij.

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