Una strenua opposizione attraverso l’arte. Un messaggio chiaro e diretto all’amministrazione comunale, alla Regione Toscana e al Governo: no all’asse, no alla base militare e «assoluta contrarietà al malaffare, alla guerra e a tutto ciò che minaccia il futuro dei nostri territori».
Questo quanto è emerso – a gran voce – durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina al Cantiere Sociale Versiliese, a Viareggio. Conferenza indetta dal Museo Gïåk Vêrdün in collaborazione con i coordinamenti No Asse e La Lecciona Non Si Tocca, Movimento No Base, Coordinamento Ambientalista Apuoversiliese, Insorgiamo Viareggio, per presentare le prossime iniziative mirate a difendere il Parco Naturale Migliarino San Rossore Massaciuccoli dai propositi di riduzione dei confini tutelati e dai progetti invasivi come la base militare e l'asse di penetrazione.
Alla conferenza hanno preso parte Alessandro Giannetti (membro del collettivo Dada Boom ed esponente del museo popolare Gïåk Vêrdün), Antonella Serafini (esponente del coordinamento No Asse) e Riccardo Cecchini (presidente Legambiente Versilia).
«Da sette anni il comitato No Asse si oppone allo scellerato progetto dell’asse di penetrazione, fortemente voluto da questa amministrazione – sono state le parole di Serafini. Abbiamo fatto un’opposizione di tipo istituzionale con diffide, lettere, incontri, cercando di coinvolgere anche altre istituzioni, come il presidente della Regione e proponendo progetti alternativi».
«Contemporaneamente – continua Serafini – il museo popolare Gïåk Vêrdün ha svolto una parallela operazione di sensibilizzazione sul tema. Da sette anni, infatti, ogni estate da luglio a settembre inoltrato venivano installate opere d’arte fatte nella zona retrostante lo stadio, fatte con materiali non invasivi, molte volte provenienti dalla natura stessa, destinate a dissolversi autonomamente con l’agire degli agenti atmosferici».
Quest’anno, a differenza dei sei precedenti, il fatto increscioso: nella prima metà d’agosto, da un giorno all’altro si è vista la completa rimozione delle opere d’arte installate. «Riteniamo che dietro a questa sparizione ci sia la precisa volontà di qualcuno – afferma Serafini. La rimozione, specialmente in un lasso di tempo così ristretto, richiede l’ausilio di attrezzattura adatta e di persone in possesso di una certa specializzazione nel mestiere».
«Per quanto non si abbiano prove schiaccianti che riportino al colpevole, mi sembra abbastanza chiaro che dietro alla sparizione in toto delle opere ci sia la volontà dell’amministrazione comunale» sono state invece le parole di Giannetti. «La nostra è un’azione di protesta e quindi non ci scandalizzano questo tipo di reazioni. Quello che ci lascia basiti, piuttosto, è la determinazione che le istituzioni hanno nel voler sventrare il parco». Parlando del museo Gïåk Vêrdün, Giannetti sottolinea «la partecipazione di tantissimi artisti e artiste da tutta Italia, con la precisa volontà di salvare il parco dai progetti speculativi. Ci siamo opposti al progetto della ciclovia tirrenica che avrebbe dovuto passare dalla Lecciona e la riterrei una battaglia vinta. Ora i progetti ai quali facciamo opposizione sono l’asse di penetrazione a Viareggio e la costruzione di una base militare in un’area del parco che va da Pisa a Pontedera, quest’ultima addirittura imposta dal governo».
«È nostra precisa intenzione risollevare l’attenzione verso le accelerazioni che questi progetti stanno avendo» conclude Giannetti.
Altro argomento messo in rilievo è la denuncia subita dallo stesso Giannetti per aver scritto “demilitarizza il parco, no base” sul muro dello Stadio dei Pini. «Un esempio di repressione del dissenso che riteniamo ridicolo, per altro per una scritta fatta su un muro già coperto di svastiche e scritte naziste».
«Si tratta in realtà della seconda denuncia, la prima fu per aver scritto “demilitarizzare” su un muro a La Spezia. Uniche volte in cui un’azione artistica diventa oggetto di denuncia” ha commentato Serafini.
«Una chiara dimostrazione del clima di repressione preventiva in cui ci troviamo. La scritta “demilitarizzare” dovrebbe poter essere espressa in un paese in cui c’è libertà di espressione”.
In conclusione di conferenza, l’intervento di Cecchini pone l’attenzione “sull’aumento di attenzione e repressione che si registra nei confronti di chi si oppone ai già citati progetti, sintomo che siamo forse vicini alla conclusione dell’iter di avviamento dei lavori. Ciò che mi sento di dire è che per quanto “loro” possano essere determinati, noi lo saremo ancora di più».
Le prossime iniziative prevedono un presidio sotto il Comune di Pisa per sostenere la lotta No Base - previsto per domani alle 18:00 – e a seguire, in data 15 settembre alle 16:00, gli “artivisti” saranno in pineta di Levante a Viareggio per l’apposizione di nuove opere d’arte in sostituzione di quelle rimosse. «Abbiamo deciso di fare un gioco un po' diverso, di rendere le opere più visibili del solito. Inoltre, abbiamo fatto uso di una tecnica molto cara al territorio e assolutamente ecologica: la cartapesta».