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Scritto da Redazione
Politica
15 Ottobre 2024

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Questo 7 ottobre tutto il mondo ha ricordato il massacro commesso dai terroristi di Hamas nel sud d’Israele contro civili ebrei, musulmani, cristiani, induisti e buddisti. In quel tragico giorno, Hamas ha ucciso più di 1,200 persone, tra cui si contano anche numerosi arabi, cinesi, nepalesi, thailandesi, filippini, e preso in ostaggio più di 250 civili. Da allora, è scoppiata una guerra a Gaza, in cui migliaia di palestinesi sono morti e molti civili sono dovuti evacuare nel sud della Striscia, a causa dei bombardamenti israeliani nel nord dell’enclave. Nel frattempo, i missili su Israele da Gaza, Libano e Yemen non sono mai smessi. Anzi, in questi giorni, Israele si sta preparando a un escalation nella regione, dopo l’attacco missilistico iraniano.

Parliamo di tutto questo con la dottoressa Anna Mahjar-Barducci, ricercatrice viareggina, che vive e lavora a Gerusalemme.

Anna Mahjar-Barducci (AMB): “Intanto, un grazie a Viareggino.com per volere dedicare un articolo a una realtà dolorosa e complessa come quella mediorientale. Vivo e lavoro a Gerusalemme da quindici anni. Mio marito è israeliano e mia figlia, che è anche cittadina italiana, è nata qui.”

Viareggino.com: Come è la vita oggi a Gerusalemme?

AMB: “Gerusalemme è più calma di altre città. Il primo ottobre, però, anche Gerusalemme è stata sotto attacco missilistico iraniano. L’Iran ha lanciato 200 missili balistici contro obiettivi israeliani in almeno due ondate, segnando il più grande attacco durante il conflitto Iran-Israele in corso. Dal Libano, arrivano missili quotidianamente dall’8 ottobre. La maggior parte delle persone che vivevano lungo il confine, sia in Israele e sia in Libano, hanno dovuto lasciare le loro case. Recentemente il conflitto con Hezbollah, longa manus dell’Iran, si è inasprito e missili e droni dal Libano stanno arrivando su Haifa e Tel Aviv. Pochi giorni fa, alcuni amici di mia figlia sono andati a Tel Aviv e io non l’ho lasciata andare. Infatti, quel giorno, le sirene hanno suonato più volte in varie aeree di Tel Aviv, causando anche danni, nonostante l’attivazione dellIron Dome, un sistema d'arma mobile per la difesa antimissile. Un mio conoscente italiano, che vive a Gerusalemme, tornando da Tel Aviv in treno, si è dovuto nascondere con la testa coperta sotto i sedili, fino a quando l’allarme è finito. La vita però continua. L’essere umano si adatta a tutto. Le scuole continuano a essere aperte, così come i supermercati, gli ospedali, gli enti pubblici, ecc.”

Viareggino.com: Ma la realtà è quella che racconta la tv?

AMB: “Non proprio. Si tende a raccontare una realtà monolitica, ma la situazione è più complessa e ha molteplici sfumature. Credo inoltre che in Occidente non si sia capito ciò che è accaduto il 7 ottobre 2023. Quel giorno, sono stati massacrati civili ebrei, musulmani, cristiani, induisti e buddisti. Quello che non raccontano i media è che anche tanti arabi sono stati torturati e uccisi a sangue freddo da Hamas quel giorno. Fra questi, Osama Abu Assa, 36 anni, un beduino arabo israeliano della città beduina di Tel Sheva, picchiato e assassinato dai terroristi di Hamas vicino a Re'im il 7 ottobre (le immagini del suo omicidio sono state riprese dalle telecamere GoPro, che indossavano i membri di Hamas). Il New York Times ha riferito che Abu Assa “ha supplicato gli uomini armati di non entrare nell’edificio” adiacente e di non uccidere coloro che si nascondevano all’interno. La sua famiglia ha offerto un milione di dollari a coloro che daranno i nomi delle persone che hanno massacrato il proprio congiunto. Fra le figure eroiche del 7 ottobre, c’è anche il poliziotto arabo israeliano beduino, Ramo Salman Al Huzail, che è sopravvissuto al massacro, riuscendo a salvare un centinaio di ragazzi del Nova Festival. Durante un recente evento a Gerusalemme, per ricordare il 7 ottobre, Al Huzail ha raccontato che in quelle tragiche ore aveva già accettato di poter morire. La moglie disperata, gli aveva detto al telefono di tornare a casa, ma lui le aveva risposto che non poteva e che questa era la sua missione. Quel giorno, dopo che una ragazza gli aveva detto con le lacrime agli occhi «sono troppo giovane per morire», aveva infatti deciso di non poter abbandonare nessuna vita e di fare su e giù con la macchina per portare in salvo più ragazzi possibili.”

Viareggino.com: Quindi le “divisioni” che ci raccontano nella quotidianità esistono?

AMB: “Esistono le divisioni, ma anche la convivenza pacifica. A Gerusalemme, lingue, religioni ed etnie si incrociano quotidianamente. Per esempio, negli ospedali di Gerusalemme, Haddassah e Sharei Tsedek, i medici sono sia israeliani-ebrei israeliani-arabi. In sala operatoria, un medico può avere nel suo team medici, tirocinanti e infermieri musulmani, ebrei, cristiani e specializzandi provenienti da vari paesi del mondo.”

Viareggino.com: Si dice che Israele abbia scudi difensivi, il nucleare, e un sistema di intelligence tra i migliori al mondo. Perché non è stato sventato l’attacco del 7 ottobre?

AMB: “Non è la prima volta che Israele viene sorpreso da un attacco. Ricordiamo, per esempio, anche la guerra di Yom Kippur aveva colto di sopresa Israele. Il 6 ottobre del 2023, ovvero il giorno prime dell’attacco, il direttore dello Shin Bet (una delle tre agenzie d'intelligence israeliane, che si occupa della sicurezza interna di Israele), si era accorto che qualcosa poteva accadere e aveva organizzato un meeting per le otto del mattino del 7 ottobre. Ma era troppo tardi. I terroristi erano già entrati in territorio israeliano alle 6.30 del mattino.”

Viareggino.com: Il popolo israeliano sta manifestando spesso in strada per chiedere le dimissioni del Primo Ministro Benjamin Netanyahu. Pensa che questo possa accadere?

AMB: “La situazione non è semplice. C’è chi chiede le dimissioni, dopo il fallimento dell’intelligence di prevedere il 7 ottobre, ma c’è anche chi ha paura ad andare a elezioni anticipate durante la guerra. I familiari degli ostaggi chiedono a gran voce dei negoziati per poter riabbracciare i loro cari, anche se molti di loro non sono più vivi. Allo stesso tempo, però, l’inasprimento della situazione con l’Iran rende complicato prevedere possibili scenari.”

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