Fermo amministrativo, per annullarlo esiste un trucco | Non devi sborsare nemmeno un euro: è completamente legale

Fermo amministrativo, il trucco per evitarlo - lagazzettadiviareggio.it (Foto Pexels)
La legge ha stabilito quando e come una macchina possa non essere sottoposta a fermo amministrativo: tutto quello che c’è da sapere.
Con il termine fermo amministrativo si intende un procedimento che blocca beni mobili come autoveicoli per riscuotere crediti non pagati come tasse o multe stradali.
Le auto che vengono sottoposte a questo provvedimento non possono circolare fino a quando il debitore non salda il suo debito e il concessionario della riscossione non provvede alla cancellazione del fermo.
Molti, tuttavia, sono ben consapevoli di quanto la sottrazione di un’auto possa costituire un problema gravissimo per alcuni cittadini. Come fare, dunque, se si è sottoposti ad un fermo?
Basta mettere in pratica questo trucchetto, che è stato regolamentato da una sentenza e consente ai cittadini di sottrarsi a tale provvedimento.
Fermo amministrativo: cosa c’è da sapere
Chi è in debito e deve ancora pagare tributi, tasse o multe relative ad infrazioni al Codice della strada, può essere sottoposto a fermo amministrativo da parte delle amministrazioni o degli enti competenti come Comuni o INPS. Questo provvedimento implica lo stop forzato dei beni mobili fino a quando il debito contratto non viene completamente saldato.
Chi ha subito un fermo amministrativo sa bene quanto sia difficile – o a tratti impossibile – condurre regolarmente la propria vita senza l’auto a disposizione. Quest’ultima, infatti, permette a coloro che vivono in zone periferiche di recarsi a lavoro normalmente, ma anche di svolgere le classiche faccende quotidiane in totale libertà e autonomia. Il fermo amministrativo, dunque, potrebbe mettere in seria difficoltà molti cittadini e, in loro soccorso, è intervenuta una sentenza della Cassazione che ha completamente ribaltato le leggi in merito.

Fermo amministrativo: come evitarlo e perché
Nel caso esaminato dalla CTP (Commissione Tributaria Provinciale) di Milano e che ha cambiato le regole in fatto di fermo amministrativo, un contribuente aveva fatto ricorso contro un provvedimento che disponeva il fermo amministrativo della sua auto per un debito di 16.000 euro derivante dai mancati pagamenti della TARSU, delle tasse auto e delle infrazioni al codice della strada.
Il contribuente usava l’auto per recarsi da Milano sul posto di lavoro, distante 24 km dalla città di residenza. Poiché impossibilitato a svolgere regolarmente la sua professione dato che non vi erano mezzi di trasporto alternativi che gli permettevano di farlo, i giudici hanno dichiarato che il fermo amministrativo non poteva essere applicato poiché l’automobile è stata considerata “strumentale e indispensabile” per svolgere l’attività lavorativa.