Raccomandate, scattano i pignoramenti di massa | “Soldi prelevati direttamente dai conti”: stavolta non si salva nessuno

Pignoramento del conto in banca, cosa c'è da sapere - lagazzettadiviareggio.it (Foto Pexels)
Attenzione ai soldi sul conto se si è in debito con un istituto: il rischio è il pignoramento del denaro che si è messo da parte.
A livello giuridico, si intende con pignoramento il processo esecutivo di espropriazione forzata dei beni del debitore.
In tale atto prendono parte due soggetti: il creditore – ovvero colui che deve ricevere il denaro – e il debitore – ovvero chi deve dare denaro.
Nel caso in cui quest’ultimo non sia in grado di saldare il suo debito, entra in atto il processo legislativo che è stato accuratamente studiato in ogni sua forma.
Ciò a cui è bene fare attenzione è un aspetto del pignoramento: può riguardare anche il conto in banca. E, in questo caso, non si salva nessuno (o quasi).
Il pignoramento: come avviene
Possono essere pignorati crediti che il debitore vanta nei confronti di un terzo ma anche cose mobili di proprietà del debitore, che il creditore procedente ritiene si trovino in possesso di un terzo. Questo processo esecutivo si attua nel caso in cui il debitore non è in grado di saldare il suo debito nei confronti di un creditore e viene stabilito da una sentenza, un decreto ingiuntivo o una cambiale.
Il processo esecutivo si apre con il pignoramento che vincola determinati beni del debitore sottraendoli alla sua disponibilità. Possono essere pignorati beni mobili e immobili, lo stipendio, la pensione e il conto corrente. Ogni caso, tuttavia, prevede delle eccezioni che tendono a tutelare non solo le richieste del creditore, ma anche la dignità del debitore.

Il pignoramento del conto corrente
Per quanto riguarda il pignoramento del conto corrente, la legge parla chiaro: “non esiste una somma minima al di sotto della quale non è possibile pignorare un conto corrente”. Tuttavia, anche in questo caso, la normativa vigente ha previsto alcune eccezioni che fanno riferimento a lavoratori dipendenti e pensionati.
Per questi ultimi, le somme depositate sul conto corrente prima della notifica del pignoramento, possono essere soggette al procedimento esecutivo solo se superano il triplo dell’assegno sociale, ovvero circa 1.600 euro. Ne consegue, dunque, che chi detiene un conto con una cifra inferiore è ritenuto intoccabile, mentre tutto l’importo eccedente può essere soggetto a pignoramento. Anche nel caso di pignoramento dello stipendio sono previste alcune clausole: la legge tutela il minimo vitale del debitore, quindi il salario può essere pignorato fino a 1/5 dell’importo netto mensile, mentre nel caso di crediti alimentari, il pignoramento può arrivare fino al 30% dello stipendio.