L’enorme catena di abbigliamento chiude per sempre: “100 anni di storia imprenditoriale spazzati via” | Addio doloroso per l’Italia

Cartello liquidazione totale su vetrina negozio di abbigliamento

100 anni di storia nel settore della moda e la chiusura inaspettata - lagazzettadiviareggio.it

Nonostante i tentativi di recupero, la catena di abbigliamento non riesce a reggere il colpo e chiude definitivamente le serrande.

Dopo 100 anni di attività, un lungo periodo che ha visto l’azienda affermarsi come un colosso nel settore della moda, la chiusura dei suoi punti vendita continua inesorabile. Questa crisi, protrattasi nel tempo, ha portato l’azienda ad accumulare ben 80 milioni di euro di debiti, comportando la perdita del lavoro per 1.500 persone in tutta Italia.

Purtroppo, il mondo della moda, come molti altri settori, non ha retto alla crisi economica che sta attraversando l’Italia. I consumatori, infatti, non solo hanno a disposizione un’ampia scelta, ma cercano anche alternative più economiche e di qualità. Nessuno avrebbe mai pensato che si potesse arrivare a questo punto, ma oggi la realtà è evidente: i punti vendita chiudono, e con essi svaniscono le certezze di moltissimi clienti, ma soprattutto lavoratori.

La forte crisi dell’azienda di abbigliamento

Lo scenario attuale è ormai chiaro: il settore dell’abbigliamento in Italia affronta una crisi significativa, con molte aziende in difficoltà economiche. Secondo Confartigianato, nel 2024 le imprese della moda hanno subito una perdita di 1,8 miliardi di euro nelle esportazioni, con un calo del 5,3% rispetto all’anno precedente. IL motivo? Alcuni sostengono che la causa principale sia stata la pandemia, il cambio di abitudini dei clienti e una connessione stretta al successo degli e-commerce, sempre più competitivi. E chi non riesce a stare dietro l’onda del cambiamento? Cade. Una crisi che non risparmia nemmeno i colossi del settore.

Basti pensare a Benetton, che ha affrontato difficoltà finanziarie negli ultimi anni, e Geox, che ha registrato un forte calo nelle vendite. Ora, sotto la lente d’ingrandimento, c’è Coin, che non sta semplicemente affrontando una crisi, ma vive un autentico fallimento.

Signore con sacchetto della Coin e vetrina Coin
Coin e la crisi: il futuro della catena di abbigliamento – lagazzettadiviareggio.it

Coin chiude i suoi punti vendita: il futuro? Sempre più chiaro

Nonostante gli sforzi per risollevarsi, Coin sembra ormai intrappolata in un vortice di difficoltà. Le recenti chiusure di otto punti vendita, tra cui le sedi di Roma Lunghezza e Roma Bufalotta, rappresentano solo la punta dell’iceberg di una situazione in salita. A gennaio, è arrivata l’ultima decisione, con la chiusura di un ulteriore negozio a Sesto Fiorentino, portando alla perdita di 92 posti di lavoro. Con 80 milioni di euro di debiti, l’azienda sta cercando di ristrutturarsi attraverso un piano di risanamento, ma le speranze di un recupero appaiono sempre più fragili.

L’intervento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha portato all’annuncio di nuovi investimenti, ma la domanda resta: sarà sufficiente? La strategia di attrarre investimenti e rivedere il mix merceologico è sicuramente un passo nella giusta direzione, ma il tempo stringe.

Il futuro, nel frattempo, si prospetta incerto: molti lavoratori vivono con l’ansia della precarietà e della disoccupazione, mentre l’azienda si trova a dover rispondere a esigenze sempre più complesse.