Irpef, Giorgia Meloni attiva il taglione: è ufficiale | Ti tieni i soldi nelle tue tasche
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Soldi nel portafoglio- Foto di Jakub Zerdzicki da Pexels- LaGazzettadiViareggio.it
Il Governo italiano è alla ricerca di un tesoretto che permetta di ridurre il carico fiscale: ecco dove potrebbe averlo trovato e come cambieranno le aliquote.
Il taglio dell’Irpef per il ceto medio potrebbe diventare realtà già nei prossimi mesi, con grande sollievo di molte famiglie italiane.
Il Governo, guidato da Giorgia Meloni, pare aver recuperato le risorse necessarie ad alleggerire il carico fiscale sui contribuenti.
Il beneficio si applicherebbe soprattutto ai redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro: ad annunciarlo è stato il viceministro all’Economia, Maurizio Leo.
Grazie alla lotta all’evasione fiscale condotta negli ultimi anni, infatti, sono stati recuperati ben 32,7 miliardi di euro.
Come si potrebbe applicare il taglio fiscale per il ceto medio: le ipotesi
La somma faticosamente messa insieme è considerata un vero e proprio tesoretto da utilizzare per ridurre l’imposta sul reddito delle persone fisiche. La precedente riforma fiscale aveva già introdotto il passaggio dalle quattro alle tre aliquote, dando il via a questo percorso. L’obiettivo principale del Governo è quello di intervenire in modo deciso sulla seconda fascia di reddito.
Sono tante le ipotesi al vaglio della classe dirigente politica italiana: si pensa alla riduzione di un punto percentuale o all’ampliamento della fascia di reddito agevolata, che potrebbe essere estesa fino a 60.000 euro. Attualmente, infatti, il sistema fiscale prevede tre scaglioni di tassazione: per i redditi fino a 28.000 è prevista l’applicazione di un’aliquota del 23%, per i redditi che si posizionano nella fascia tra
28.000 e 50.000 euro si applica il 35% e per quelli oltre i 50.000 l’aliquota passa al 43%.
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Le conseguenze della riduzione di un punto percentuale sull’aliquota della seconda fascia di reddito
Secondo questo schema l’ipotesi più accreditata riguarda la riduzione dell’aliquota della seconda fascia dal 35% al 34%, una misura che interesserebbe circa 11 milioni di contribuenti. Le stime della Fondazione Nazionale dei Commercialisti dicono che, per ogni punto percentuale di riduzione sarebbero necessari circa 2,5 miliardi di euro. La cifra raccolta basterebbe a riempire questo buco.
L’impatto di questo taglio percentuale Irpef andrà ad incidere in varia misura sugli italiani, a seconda del reddito. Se il taglio dell’aliquota fosse confermato al 34% si aprirebbero diversi scenari. Un contribuente con un reddito di 40.000 euro, ad esempio, avrebbe un risparmio annuo di circa 543 euro. Diversamente chi guadagna circa 35.000 potrebbe contare su un risparmio di circa 145 euro. Per i redditi di 30.000 euro, invece, il risparmio sarebbe di circa 100 euro. Da qualsiasi punto di vista si veda, questa manovra servirebbe a garantire un’entrata maggiore per i cittadini orientata al rilancio dei consumi e quindi dell’economia italiana.