Pensioni 2025, con 5 anni di contributi la prendi al volo: la stanno richiedendo tutti | È un cambio generazionale
Nel 2025 sarà possibile andare in pensione con solo 5 anni di contributi se si rispettano determinati requisiti.
Il sistema pensionistico italiano nel 2025 conferma alcune regole ormai note, ma non per questo meno complicate. Tra le opzioni disponibili spicca la possibilità di andare in pensione con soli 5 anni di contributi. Sembra un traguardo facile da raggiungere, ma c’è un grosso ‘ma’: si tratta di un’opportunità da cogliere al volo che prevede anch’essa dei requisiti.
Ma partiamo dalla base, ossia dei cambiamenti di questo 2025. Anche se oggi per accedere alla pensione di vecchiaia servono 67 anni di età e 20 anni di contributi, per i contributivi puri c’è un ulteriore vincolo: l’importo della pensione deve essere pari o superiore a quello dell’Assegno sociale, attualmente fissato a circa 538€ al mese.
Chi non raggiunge questa soglia economica deve attendere i 71 anni (o di più, in base ai futuri adeguamenti all’aspettativa di vita) per poter andare in pensione. Viste le previsioni incerte, l’idea di andare in pensione con solo 5 anni di contributi potrebbe suscitare una certa curiosità, nonché le perplessità del caso. Vediamo come funziona.
Come andare in pensione nel 2025 con solo 5 anni di contributi
Nel 2025 si potrà andare in pensione con soli 5 anni di contributi, è vero, ma le condizioni per accedere a questa opzione sono ben precise e non per tutti. La possibilità riguarda chi rientra nella pensione di vecchiaia contributiva, una soluzione pensata per chi ha avuto una carriera lavorativa breve e ha versato pochi contributi.
Per ottenere questa pensione bisogna avere almeno 71 anni di età e aver accumulato almeno 5 anni di contributi effettivi, cioè senza contare periodi figurativi come maternità o disoccupazione non coperti da versamenti reali. Un altro requisito fondamentale è essere ‘contributivi puri’, ossia aver iniziato a lavorare dopo il 1996 o aver scelto il sistema contributivo.
Una pensione minima, ma non per tutti
Questa opzione, per quanto interessante, ha dunque limiti evidenti. In primo piano l’importo dell’assegno, che sarà calcolato esclusivamente sui contributi versati: con soli 5 anni di lavoro, quindi, la pensione sarà molto bassa, insufficiente per coprire le spese di base. Inoltre, l’età minima di 71 anni può rappresentare un lungo periodo di attesa per chi non ha altre entrate economiche.
Chi non soddisfa questi requisiti può comunque valutare soluzioni alternative. Una di queste è l’Assegno sociale, disponibile a partire dai 67 anni per chi si trova in difficoltà economiche. Un’altra opzione è il computo dei contributi versati in casse previdenziali diverse per raggiungere i 20 anni richiesti dalla pensione di vecchiaia ordinaria.
In ogni caso, questa possibilità va considerata con attenzione e solo se si ha 71 anni con pochi contributi alle spalle.