Raccomandate, stanno recapitando questo atto giudiziario a tutti: “Pignoramento immediato” | Te li levano direttamente dal conto
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Raccomandata che avvisa del pignoramento dello stipendio - lagazzettadiviareggio.it
Nel primo mese del 2025 sono in arrivo i primi pignoramenti annunciati mediante raccomandata: come funziona l’iter e cosa aspettarsi.
In questi giorni, molti italiani stanno ricevendo una raccomandata che suona come un fulmine a ciel sereno: l’avviso di un pignoramento immediato. Una procedura, questa, in un certo senso inaspettata, che preoccupa chiunque si trovi a fare i conti con difficoltà economiche o debiti pregressi.
Tra le grandi novità del 2025, ce ne sono alcune che riguardano proprio il pignoramento, che sarà più immediato rispetto al passato. Da quest’anno, infatti, il fisco potrà procedere al pignoramento senza bisogno di inviare la classica cartella, usando direttamente un accertamento esecutivo.
Questo atto giudiziario permette ai creditori di recuperare forzatamente i propri crediti, andando a colpire lo stipendio, il conto corrente o persino i beni immobili. Ma come funziona questa procedura nel 2025? E soprattutto, quali sono i limiti per evitare che un debito comprometta completamente la stabilità finanziaria di una persona? Approfondiamo ogni aspetto.
Come funziona il pignoramento dello stipendio nel 2025?
Per capire meglio la questione, proviamo a partire dalla base, cercando di spiegare la procedura nel modo più semplice possibile. Il pignoramento dello stipendio è regolato dall’articolo 543 del Codice Civile ed è tra le procedure più utilizzate per il recupero crediti.
Tutto inizia con una notifica: il creditore incarica un ufficiale giudiziario di notificare al debitore, al datore di lavoro o alla banca l’atto di pignoramento.
A questo punto, il datore di lavoro o la banca devono comunicare entro 10 giorni l’importo percepito dal debitore, un dato fondamentale per calcolare la quota trattenibile. La trattenuta può avvenire in due modi: direttamente alla fonte, ossia sullo stipendio mensile, o sulle somme già accreditate in conto corrente. In entrambi i casi, però, ci sono dei limiti precisi:
- Per il pignoramento diretto dello stipendio, non si può trattenere più di 1/5 del netto.
- Se si interviene sul conto corrente, si può pignorare solo la parte eccedente l’assegno sociale moltiplicato per tre (468,10 euro al mese nel 2022).
Il procedimento può complicarsi ulteriormente se il debitore perde il lavoro o cambia datore di lavoro, costringendo a ripetere l’intera procedura. Ma per quali debiti irrisolti si rischia il pignoramento?
![illustrazione soldi incatenati](https://www.lagazzettadiviareggio.it/wp-content/uploads/2025/01/Pignoramento-stipendio-lagazzettadiviareggio.it_.jpg)
Chi può richiedere il pignoramento dello stipendio
La risposta è abbastanza semplice: chiunque. Sia privati che enti pubblici, come l’Agenzia delle Entrate, possono avviare un pignoramento dello stipendio. Le regole, però, variano.
Nel caso di privati, il limite massimo trattenibile è sempre di 1/5 dello stipendio netto. Con l’Agenzia delle Entrate, invece, i limiti cambiano in base al reddito: per stipendi inferiori a 2.500 euro si può trattenere solo 1/10; tra 2.500 e 5.000 euro il limite sale a 1/7.
Se i debiti sono di diversa natura, come quelli privati e fiscali, la trattenuta può superare i limiti del 20%, ma solo dopo un calcolo approfondito per garantire la sussistenza del debitore.