Disastro supermercato, scatta la chiusura: non potremo più fare la spesa lì | Era un’azienda tutta Italiana
Scatta la chiusura per la catena di supermercati: nonostante la speranza, la situazione non sembra cambiare.
Il 2024 è stato un anno di grandi cambiamenti per la grande distribuzione in Italia, con diverse chiusure e cessioni che hanno scosso il panorama dei supermercati. Coop Alleanza 3.0, per esempio, ha ceduto ben 54 punti vendita a Roma, che sono passati sotto il marchio Tigre.
Questo ha significato non solo un cambiamento nei prodotti e nei prezzi, ma anche l’adattamento dei consumatori a nuove politiche e a un’esperienza d’acquisto diversa. Unicoop Firenze ha seguito la stessa strada, cedendo 14 punti vendita ‘Doc’ a Conad, costringendo i clienti a rivedere le proprie abitudini di spesa.
In questo marasma di cambiamenti, una nuova chiusura di massa sta generando un certo caos nel mondo del retail, causando non solo disagio alla clientela, ma agli stessi lavoratori.
Addio al noto supermercato
Il 2024 si sta rivelando un anno turbolento per la grande distribuzione in Italia, segnato da una serie di cessioni e chiusure che stanno scuotendo le fondamenta di un settore che sembrava, fino a poco tempo fa, solido e stabile. Dopo il passaggio di numerosi punti vendita di Coop e Unicoop Firenze a nuovi gruppi, un altro marchio della grande distribuzione, ‘Iper La Spesa’, si trova al centro di un cambiamento che sta mettendo in crisi non solo la clientela, ma soprattutto i lavoratori.
Emme Più Srl, infatti, ha ceduto sei dei suoi punti vendita alla Atas 21 Srl, ma senza cedere il marchio, creando una situazione di incertezza che ha portato, secondo le informazioni diffuse dai sindacati, a un possibile rischio di licenziamento per circa 80 dipendenti. La nuova proprietà, sprovvista di un marchio riconosciuto, non sembra essere in grado di programmare l’apertura dei punti vendita, che al momento risultano chiusi e senza merce. Questo, lasciando i lavoratori in un limbo, senza certezze e con il pericolo concreto di perdere il posto di lavoro.
80 dipendenti in bilico
Nonostante un primo intervento delle organizzazioni sindacali che aveva bloccato una procedura di licenziamento, la situazione rimane incerta. I dipendenti si trovano oggi senza occupazione, con i punti vendita fermi e una prospettiva professionale che, al momento, sembra priva di orizzonti. Le reazioni non si sono fatte attendere: i sindacati hanno indetto scioperi e richiesto un intervento delle istituzioni per proteggere i diritti dei lavoratori, che si ritrovano in cassa integrazione, senza sapere se torneranno mai a lavoro.
A questo si aggiunge l’interrogazione della consigliera regionale Marta Bonafoni, che ha espresso solidarietà ai lavoratori e sollecitato la Giunta a prendere misure concrete per tutelare i posti di lavoro e le condizioni contrattuali.