22,21€, ecco a voi il canone documenti: da ora la nuova tassa tutta Italiana | Paghi per avere i documenti
Quest’anno molti cittadini si troveranno a pagare per la prima volta la tassa dei documenti: cos’è e di quanto si tratta.
In Italia, le tasse sembrano non finire mai, e alcune sono davvero particolari, tanto da non avere pari in molti altri paesi. Mentre in altre nazioni ci sono adempimenti fiscali standard, nel Bel Paese ci si trova spesso a dover fare i conti con tributi che riguardano ogni angolo della vita quotidiana.
Oltre alla tassa sui documenti, ci sono imposte che suscitano non poche perplessità, come quella sui rifiuti, che varia in base alla superficie della casa, o sul possesso dell’auto, anche se non viene usata.
Se all’estero un cittadino si concentra su imposte dirette come l’IRPEF, in Italia ci sono una miriade di tributi specifici che pesano non poco sulle tasche. Perché, dunque, in Italia ci sono così tante tasse che in altri paesi non esistono? E cos’è questa nuova tassa?
Le tasse all’italiana
In Italia, le tasse non si limitano a quelle più comuni come l’IRPEF o l’IVA. Ci sono imposte particolari che non esistono in altri paesi, come il bollo auto, meno diffuso negli Stati Uniti e con regole più semplici.
In molte città italiane, soprattutto nelle località turistiche, si applica la tassa di soggiorno, con importi che variano notevolmente da un comune all’altro, spesso senza una logica chiara. Il motivo? La risposta sta nella struttura del sistema fiscale italiano, che prevede imposte locali e tributi indiretti per coprire aspetti quotidiani della vita.
La gestione del fisco è decentralizzata, con i comuni che decidono autonomamente le imposte, come quella sui rifiuti o di soggiorno. E, in più, l’Italia ha una lunga tradizione di spesa pubblica elevata, che spinge a cercare costantemente nuovi fondi. In questo scenario, spunta una tassa che non va giù a molti: il canone sui documenti.
Tassa dei documenti: cos’è e a quanto ammonta
La tassa sui documenti, meglio chiamata ‘tassa d’identità’, è relativamente nuova, ma molte persone ci avranno a che fare solo quest’anno. Come ormai noto, la Carta d’Identità Elettronica (CIE), ha sostituito la vecchia carta d’identità cartacea, che non richiedeva alcun costo aggiuntivo oltre ai diritti di segreteria. Fino a poco tempo fa, infatti, il rilascio del documento era un procedimento senza spese eccessive, se non simboliche.
Oggi, con la CIE, ogni cittadino deve fare i conti con un costo di 22,21€ per la sua emissione o rinnovo. La cifra comprende 16,79€ per le spese di emissione e 5,42€ per i diritti di segreteria e fissi.
Se il documento viene smarrito, rubato o deteriorato, la tassa è la stessa della prima emissione, ma con un sovrapprezzo di 5,16€ per diritto fisso. Inoltre, per le carte ancora valide emesse su supporto cartaceo o precedenti al luglio 2016, il costo è invariato, ma senza il sovrapprezzo normalmente previsto per i duplicati. Una spesa che, seppur ampiamente criticata visto che i documenti d’identità dovrebbero essere un diritto, al momento non offre alternative.