Mara Venier, il ricovero ad Ancona e la grave diagnosi: è una coltellata al cuore | Cure lunghissime e delicate

Mara Venier

Mara Venier - lagazzettadiviareggio.it

Dopo diversi anni di silenzio, Mara Venier rivela la grave diagnosi: ha vissuto il momento più buio della sua vita.

Tutti, chi più chi meno, cercano di mantenere il riserbo sui capitoli più difficili della propria vita. E questo vale anche per i personaggi pubblici, spesso sotto una luce mediatica che lascia poco spazio alla privacy. Mara Venier lo sa bene: dopo anni in cui il suo volto è stato protagonista del piccolo schermo, ha scelto di tenere nascosto quel periodo oscuro che ha cambiato la sua esistenza.

Oggi la conosciamo come la padrona di casa di Domenica In, la ‘zia Mara’, quella figura familiare che, con il 21,6% di share e 2,8 milioni di spettatori, ha recentemente segnato un nuovo record stagionale. Eppure, dietro a questo successo brillante, si nascondono ombre profonde. Una di queste, fino ad ora celata, Mara ha deciso di rivelarla in maniera inedita.

La diagnosi di Mara Venier

Durante un’interessante puntata di Domenica In, Mara Venier ha raccontato un aspetto privato della sua vita, rimasto nascosto per anni: un ricovero per sindrome depressiva da stress in una clinica ad Ancona. Era il periodo della sua relazione con Jerry Calà, che le fu accanto in quei momenti difficili.

Intervistando Fedez, noto per il suo impegno sulla salute mentale, Mara ha scelto di condividere questa esperienza per la prima volta: “Tanti anni fa ho avuto una sindrome depressiva da stress. Sono stata ricoverata per un mese in una clinica ad Ancona. All’inizio ho seguito la terapia del sonno, poi pian piano mi hanno risvegliata.”

A cambiarle la prospettiva fu un giovane medico, che con una frase semplice ma potente riuscì a imprimere una svolta al suo percorso.

Mara Venier che piange
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La candela e il lampadario

Tra i tanti professionisti che la seguirono, Mara ricorda con particolare affetto un giovane dottore: “Era laureato da poco, un dottorino. Io lo guardavo con un po’ di diffidenza, pensavo: ‘Perché mi guarda?’. Quando stai male non vuoi essere guardato, ti vergogni. Ma lui mi disse: ‘Mara, lei deve pensare di meno. Se per 24 ore fissa una candela, quella candela diventa un lampadario.’ Non ho mai dimenticato questa frase. Quando ci fissiamo su qualcosa, rischiamo di ingigantirla fino a farla diventare insostenibile.”

Oggi Mara confessa che, ogni volta che si perde nei pensieri, ripensa a quelle parole per rimettere tutto nella giusta prospettiva. In quell’occasione dove la salute mentale era la tematica trattata, ha voluto raccontare questa esperienza a tutta Italia sperando che, nel suo piccolo, possa aiutare anche le altre persone a non far diventare le candele lampadari e con essi, i piccoli problemi dei drammi insormontabili.