Pensioni, adesso vai a 60 anni: confermato il decreto di legge | Controlla se puoi già fare domanda

Signore felice

Pensione 60 anni - pixabay - lagazzettadiviareggio

In pensione a 60 anni, non sembra vero ma si può fare domanda. L’incubo è finito: non dovrai lavorare per sempre.

Il Governo italiano ha recentemente approvato un decreto legge che abbassa l’età pensionabile a 60 anni per i lavoratori.

Questa riforma costituisce un passo importante per chi si avvicina alla pensione e attendeva da tempo un alleggerimento delle regole.

Andare in pensione presto sembra ormai un’utopia. Tuttavia, la principale novità introdotta dal decreto è la possibilità di accedere alla pensione anticipata all’età di 60 anni.

La nuova misura è pensata principalmente per lavoratori e potrebbe rappresentare il primo passo verso una riforma più ampia del sistema pensionistico italiano.

Misure di pensionamento: puoi andarci prima

Il Decreto Fiscale collegato alla Manovra 2025 ha previsto un importante rifinanziamento per l’Ape Sociale, uno strumento di prepensionamento gestito dall’INPS che consente a determinate categorie di lavoratori di andare in pensione anticipatamente rispetto all’età pensionabile ordinaria. Con uno stanziamento di 110 milioni di euro, l’Ape Sociale è stata estesa fino al 2028, permettendo così di supportare ulteriormente quei lavoratori che si trovano in situazioni di difficoltà o che svolgono mansioni usuranti. L’Ape Sociale è una misura introdotta per fornire un sostegno economico a lavoratori in condizioni di particolare svantaggio, che possono così lasciare anticipatamente il lavoro e ricevere un’indennità fino al raggiungimento dei 67 anni, età in cui possono accedere alla pensione di vecchiaia.

A differenza di altri tipi di pensionamento anticipato, l’Ape Sociale è rivolta esclusivamente a categorie specifiche di lavoratori, tra cui disoccupati che abbiano esaurito le misure di sostegno al reddito (come la Naspi); caregiver familiari che assistono un parente con grave disabilità da almeno sei mesi; invalidi civili con una percentuale di invalidità pari o superiore al 74%; addetti a lavori gravosi, ossia lavoratori che svolgono mansioni particolarmente usuranti. Questa misura è, dunque, a tutti gli effetti, un’importante tutela per coloro che, per motivi fisici o sociali, possono trovare difficile proseguire l’attività lavorativa fino all’età pensionabile ordinaria.

anziani che passeggiano
Pensione- pixabay – lagazzettadiviareggio

Requisiti di accesso

Per accedere all’Ape Sociale, è necessario soddisfare requisiti specifici sia in termini di età sia di contribuzione, che variano a seconda della categoria di appartenenza. I disoccupati devono avere almeno 63 anni e 5 mesi e aver maturato 30 anni di contributi. Inoltre, devono aver completato il periodo di percezione dell’indennità di disoccupazione. Anche per i caregiver familiari l’età minima è di 63 anni e 5 mesi, con un requisito contributivo minimo di 30 anni. Devono inoltre dimostrare di assistere un familiare con disabilità grave da almeno sei mesi. Gli invalidi civili devono avere un’invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%, con un’età minima di 63 anni e 5 mesi e almeno 30 anni di contributi.

Per gli addetti a lavori gravosi l’accesso è consentito a chi ha un’età minima di 63 anni e 5 mesi, con almeno 36 anni di contributi e che abbia svolto per almeno sette degli ultimi dieci anni mansioni gravose. Una volta ottenuto l’accesso all’Ape Sociale, l’indennità è erogata fino al compimento dei 67 anni, quando l’individuo può accedere alla pensione di vecchiaia. L’indennità viene calcolata in base alla pensione futura maturata fino al momento della richiesta, con un tetto massimo di 1.500 euro lordi mensili. Accanto all’Ape Sociale, esistono altre forme di prepensionamento che permettono ai lavoratori di ritirarsi dal mercato del lavoro con requisiti contributivi ed età differenti. Due delle principali alternative sono Quota 103 e Opzione Donna.