Blocco pensioni, per colpa del Canone Rai devi ridare indietro i soldi: non ti arriverà il prossimo pagamento

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pensioni - pexels - lagazzettadiviareggio.it

L’aumento del Canone Rai e i ritardi nei pagamenti rischiano di bloccare gli assegni pensionistici.

Il Canone Rai sta per subire un nuovo aumento, e questa novità sta sollevando timori tra i pensionati italiani, già in apprensione per la situazione dei propri assegni.

In un contesto economico reso difficile dall’inflazione e dai recenti rincari energetici, l’inasprimento del Canone rischia di pesare ulteriormente sul bilancio familiare e, in alcuni casi, di impattare direttamente sugli importi delle pensioni.

Ma come mai il Canone Rai incide sui pagamenti pensionistici? Nelle ultime settimane si è diffusa una notizia che ha messo in allarme molti pensionati: la possibilità di un blocco temporaneo delle pensioni dovuto a questioni legate al Canone Rai.

L’ipotesi è che i pensionati in ritardo con il pagamento di questa tassa possano vedere ridotti o addirittura sospesi i propri assegni mensili fino a quando non sarà stata sanata la posizione debitoria.

Conseguenze per le pensioni: rischi grosso

In Italia, la situazione fiscale e previdenziale di un cittadino può avere un impatto significativo sui diritti pensionistici. Quando un contribuente accumula debiti fiscali o previdenziali, l’Agenzia delle Entrate può emettere cartelle esattoriali per recuperare le somme dovute, con possibilità di intervento su beni, conti correnti, stipendi e pensioni. Questo articolo esplora come tali debiti possano influenzare l’accesso e l’importo della pensione, in particolare quando riguardano contributi previdenziali non versati all’INPS.

Le cartelle esattoriali non impediscono automaticamente di percepire la pensione. Tuttavia, in alcuni casi, possono influire su questo diritto, soprattutto quando il debito riguarda i contributi previdenziali necessari per maturare l’assegno pensionistico. I contributi versati all’INPS, infatti, sono fondamentali per raggiungere i requisiti minimi per la pensione: senza questi, non è possibile accedere all’assegno pensionistico. Se una persona ha accumulato debiti contributivi e non ha raggiunto il requisito contributivo minimo, diventa necessario saldare questi debiti per poter accedere alla pensione. In questo contesto, è cruciale avere un quadro chiaro della propria posizione contributiva e sanare eventuali carenze prima della richiesta della pensione.

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pensioni – pexels – lagazzettadiviareggio.it

Pignoramento della pensione per i pensionati

Per coloro che sono già pensionati, il debito fiscale può comportare azioni dirette da parte dell’Agenzia delle Entrate, come il pignoramento parziale della pensione. In genere, la legge italiana prevede che l’Agenzia possa pignorare una parte della pensione, rispettando però dei limiti che garantiscono al pensionato un importo minimo per vivere. La parte pignorabile dipende dall’importo della pensione stessa, con una protezione maggiore per i pensionati con redditi più bassi. Un’altra possibilità è che il pignoramento avvenga direttamente dal conto corrente su cui la pensione viene accreditata. Questo significa che, se l’Agenzia individua un saldo sufficiente per coprire il debito, può procedere a una trattenuta dal conto bancario del pensionato.

I debiti che possono generare cartelle esattoriali comprendono diversi tipi di imposte e sanzioni. Tra i principali rientra anche il Canone RAI, la tassa per la televisione (oltre che IMU – TARI – IRPEF – IRAP e le multe stradali. Questi debiti, se non saldati, possono quindi comportare azioni da parte dell’Agenzia delle Entrate, che mirano a recuperare quanto dovuto, anche incidendo sulle fonti di reddito del contribuente. Per tutelare i propri diritti pensionistici, è fortemente consigliato sanare i debiti contributivi prima di richiedere la pensione. Pagando i contributi arretrati, è infatti possibile completare i requisiti contributivi necessari per l’accesso alla pensione. Questo è fondamentale per evitare che la mancanza di versamenti contributivi penalizzi il lavoratore, sia in termini di diritto alla pensione che di importo.