Moriremo di sete, approvato l’aumenta del costo delle bevande: fai scorta prima che diventino una mazzata o rimani a secco | Italiani scesi in piazza
Rincari sulle bevande, italiani in rivolta: scorte alle stelle per evitare prezzi da capogiro.
L’allarme è suonato per molti consumatori italiani: il costo delle bevande subirà un’impennata, e per le famiglie si prospettano tempi difficili. Gli italiani si mobilitano contro rincari considerati insostenibili.
Mentre i supermercati registrano un improvviso aumento nelle vendite, con molti cittadini intenti a fare scorte prima che i prezzi salgano ulteriormente. La paura è di restare a secco.
Il rincaro del costo delle bevande è legato a una serie di fattori e persino l’acqua è diventata un bene sempre più prezioso. Questo ha portato a una catena di rincari.
Il timore è che l’aumento del prezzo delle bevande rappresenti solo l’inizio di un’inflazione alimentare ancora più ampia, che colpirà non solo il settore delle bevande, ma anche altri prodotti di base. Intanto, molti italiani hanno deciso di correre ai ripari, facendo scorta prima dell’aumento definitivo dei prezzi.
Una minaccia economica: la sete si fa già sentire
Dopo anni di rinvii e dibattiti, la cosiddetta “sugar tax” italiana potrebbe finalmente entrare in vigore a luglio 2025. Si tratta di un’imposta sulle bevande ad alto contenuto di zuccheri, introdotta nel 2020 dal governo Conte II con l’obiettivo di ridurre il consumo di bibite zuccherate – quali bibite gassate, succhi di frutta e energy drink – e di promuovere abitudini alimentari più sane tra i consumatori. La tassa, infatti, prevede un sovrapprezzo di 5 euro per ettolitro sulle bevande già zuccherate e 0,13 euro per chilogrammo per i concentrati da diluire. Nonostante sia stata rinviata per otto volte, questa volta il governo sembra deciso ad applicarla senza ulteriori proroghe.
Il razionale dietro la sugar tax è di natura principalmente sanitaria: l’Italia, come molti altri paesi, ha assistito negli ultimi anni a un aumento dei casi di obesità, diabete e altre malattie croniche legate al consumo di zuccheri eccessivi. In Italia, si stima che l’applicazione della tassa possa contribuire a una riduzione della spesa sanitaria legata a malattie croniche. Il governo prevede di destinare i fondi raccolti per finanziare ulteriori iniziative di prevenzione, educazione alimentare e promozione della salute pubblica. Tuttavia, alcuni esperti sottolineano che la tassa da sola potrebbe non essere sufficiente, e che sarebbe necessario affiancarla a campagne di sensibilizzazione e programmi educativi per ottenere un vero cambiamento nelle abitudini alimentari della popolazione.
Le critiche di Assobibe: rischio per l’economia e l’occupazione
Mentre i sostenitori della sugar tax vedono nella misura un’importante leva per migliorare la salute pubblica, le preoccupazioni economiche non sono meno rilevanti. Assobibe, l’associazione che rappresenta il settore delle bevande analcoliche in Italia, ha espresso forti critiche verso l’introduzione della tassa. Secondo l’associazione, la sugar tax potrebbe avere effetti negativi sull’industria delle bevande, già messa a dura prova dalla pandemia e dall’aumento dei costi di produzione. Tra le principali preoccupazioni, Assobibe segnala la possibilità di un aumento dell’inflazione, una riduzione degli investimenti nel settore e il rischio di perdita di posti di lavoro. Per le aziende, il sovrapprezzo di 5 euro per ettolitro sulle bevande zuccherate potrebbe tradursi in un calo della domanda, spingendo i produttori a tagliare i costi o a ridurre la forza lavoro per bilanciare l’effetto della tassa.
Assobibe teme inoltre che la sugar tax possa avere un impatto sproporzionato sulle piccole e medie imprese del settore, che potrebbero incontrare maggiori difficoltà a fronteggiare il calo della domanda e la concorrenza delle grandi multinazionali. In ambito politico, la sugar tax è oggetto di un acceso dibattito. Forza Italia, rappresentata dal leader Antonio Tajani, sta facendo pressione sul governo per posticipare ulteriormente l’entrata in vigore dell’imposta, in linea con la propria strategia di riduzione fiscale. Secondo Tajani, la sugar tax rappresenta un onere fiscale inutile in un momento in cui l’economia italiana ha bisogno di politiche espansive e di incentivi alla crescita piuttosto che di nuove tasse. Tajani e Forza Italia sostengono che le misure di sensibilizzazione e le politiche di educazione alimentare sarebbero più efficaci e meno punitive per le aziende e per i consumatori.