Agenzia delle Entrate, inviate cartelle da 5.000€ per tasse arretrate: controlla la dicitura entro maggio e NON paghi | Il modulo delicatissimo

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Non tutte le cartelle esattoriali spedite dall’Agenzia delle Entrate vanno pagate. In qualche caso si possono contestare e rispedire indietro
Ricevere una cartella esattoriale dall’Agenzia delle Entrate può generare preoccupazione, ma è importante sapere che in determinate circostanze questo atto può essere annullato. La legge prevede infatti delle tutele per il contribuente di fronte a vizi o errori procedurali.
Vediamo quali sono i principali casi in cui una cartella esattoriale può essere contestata con successo. La notifica della cartella esattoriale è un passaggio cruciale e deve avvenire nel rispetto di precise formalità. Un errore nella procedura di notifica può rendere nullo l’atto.
Rientrano in questa categoria la mancata o irregolare notifica: se la cartella non è stata consegnata correttamente al destinatario o a persona autorizzata, o se la relata di notifica presenta delle irregolarità. Le altre due condizioni sono la notifica a un indirizzo sbagliato e il mancato rispetto delle procedure per irreperibilità.
Esistono poi dei vizi di forma e di motivazione, dunque se e quando la cartella stessa risulti incompleta. La cartella esattoriale deve infatti contenere una serie di informazioni obbligatorie per garantire al contribuente il diritto di difesa.
Agenzia delle entrate, non sempre la cartella esattoriale si deve pagare
L’assenza o l’incompletezza di alcuni elementi può costituire motivo di annullamento. Ad esempio la mancanza di motivazione, quando la cartella non indica chiaramente la pretesa tributaria, il periodo di riferimento e i criteri di calcolo degli importi richiesti.
L’assenza degli estremi dell’atto presupposto, vale a dire quando non sono indicati gli estremi dell’atto (ad esempio, l’avviso di accertamento) da cui deriva il debito. Infine gli errori di calcolo o di persona, che si traducono in discrepanze evidenti negli importi richiesti o l’errata identificazione del debitore.

Agenzia delle entrate, bisogna muoversi subito per contestare la cartella
Anche i crediti vantati dall’Agenzia delle Entrate hanno dei termini di prescrizione che variano a seconda della tipologia di tributo (ad esempio, 10 anni per IRPEF e IVA, 5 anni per sanzioni amministrative e tributi locali). Se la cartella esattoriale viene notificata dopo la scadenza di tali termini, il debito può essere considerato prescritto e la cartella annullabile.
Se si ritiene che la cartella esattoriale presenti uno dei vizi sopraindicati o altri motivi di contestazione è fondamentale agire tempestivamente. Il ricorso va presentato entro specifici termini (generalmente 60 giorni dalla notifica per tributi e 30 giorni per sanzioni amministrative) alla Commissione Tributaria Provinciale competente. È consigliabile rivolgersi a un professionista per predisporre un ricorso efficace. In caso di errori evidenti si può richiedere l’annullamento in autotutela direttamente all’Agenzia delle Entrate.