Pignoramento 2025, ecco che diventa furioso: in 2 mesi ti levano tutto | Colpiscono tutti
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Uomo disperato- Foto di Andrea Piacquadio su Pexels-LaGazzettadiViareggio.it
Cambiano le regole per la riscossione dei debiti fiscali: ecco cosa cambia soprattutto a proposito di chi rischia il pignoramento dei beni.
Nel 2025 cambia la procedura per il recupero crediti: sono state introdotte misure che rendono l’azione degli enti creditori più rapida ed efficace.
Le novità si applicano soprattutto al pignoramento, lo strumento legale che consente di sottrarre beni e risorse ai debitori insolventi.
Questo provvedimento si applica a una serie di beni e fonti di reddito, come stipendi, pensioni, conti correnti e persino immobili.
Le nuove normative prevedono un’accelerazione dei tempi di esecuzione dei pignoramenti per alcune tipologie di debiti.
Debiti con il Fisco: ridotti i tempi di attesa per procedere al sequestro dei beni
In certi casi per avviare il procedimento di riscossione dei debiti fiscali non sarà più necessario attendere l’invio della cartella esattoriale. Con l’accertamento esecutivo, trascorsi 60 giorni dalla notifica, l’Agenzia delle Entrate potrà procedere direttamente al pignoramento senza ulteriori passaggi burocratici. I tempi di intervento sono ridotti nel caso di mancato pagamento delle imposte locali, come IMU e TARI. Il periodo di attesa per l’avvio delle azioni esecutive scende drasticamente da 180 a 60 giorni.
Chi ha contratto debiti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può difendersi optando per il meccanismo di rateizzazione. I contribuenti
potranno evitare l’esecuzione forzata accedendo a un piano di pagamento con rate minime di 50 euro. Il versamento della prima rata sospende il fermo amministrativo sui beni mobili registrati. Vengono così bloccati eventuali pignoramenti in corso, ma solo se l’asta non sia già avvenuta e non sia stato emesso un provvedimento di assegnazione dei beni sequestrati. Bisogna ricordare, però, che il mancato pagamento di alcune rate, anche non consecutive, comporta la riattivazione delle procedure esecutive di pignoramento. Oltre alla rateizzazione, il contribuente può richiedere la riduzione o la restrizione dell’ipoteca sugli immobili ipotecati, a condizione che l’importo del debito si riduca progressivamente con il pagamento delle rate previste.
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Pignoramento di stipendi e pensioni: nuove soglie di prelievo
Nel 2025 cambiano anche i limiti per il pignoramento di stipendi e pensioni. Le nuove soglie prevedono la trattenuta di 1/10 dello stipendio per redditi fino a 2.500 euro, di 1/7 per redditi tra 2.501 e 5.000 euro e di 1/5 per redditi superiori a 5.000 euro.
Le pensioni inferiori a 1.000 euro al mese non si possono pignorare. I pensionati con redditi più bassi, quindi, restano tutelati. Una novità rilevante riguarda il blocco delle erogazioni salariali. A partire dal 2026, infatti, prima di pagare stipendi superiori a 2.500 euro, le amministrazioni pubbliche e le società partecipate dovranno verificare l’assenza di debiti fiscali superiori a 5.000 euro. Nel caso siano presenti debiti, parte dello stipendio potrebbe essere direttamente trattenuta per coprire le somme dovute al fisco.