Addio TAri, finalmente salutiamo la tassa rifiuti: arriva la nuova tassa | Costi inferiori e super vantaggi
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Calcolo tasse rifiuti- Foto di Mikhail Nilov su Pexels -LaGazzettadiViareggio.it
Per gli italiani in arrivo grossi cambiamenti sulla gestione dei rifiuti: le novità riguardano il pagamento delle tasse ai comuni.
Negli ultimi anni si sta trasformando il modo di versare la tassa sui rifiuti in Italia: si va verso un sistema più equo per i cittadini.
In molte città, infatti, la TARI viene progressivamente sostituita dalla Tariffa Puntuale sui Rifiuti (TARIP).
Il nuovo modello fiscale intende premiare chi riduce la produzione di rifiuti e si impegna concretamente nella raccolta differenziata.
Questa nuova tassa sull’immondizia, adottata già in oltre 1.100 comuni italiani, coinvolge circa 8 milioni di cittadini.
Differenza tra TARI e TARIP: come si calcola la nuova tassa sui rifiuti
Le due imposte sono molto differenti. La TARI impone un pagamento basato sulla superficie dell’immobile e sul numero di occupanti, indipendentemente dalla quantità di rifiuti prodotti. La TARIP introduce un criterio più preciso: si paga in base alla quantità effettiva di rifiuti conferiti.
Il principio alla base di questo sistema è il cosiddetto “Pay As You Throw” (paga per ciò che getti). Si tratta di un approccio già adottato con successo in diversi paesi europei. In questo modo il risparmio dipenderà direttamente dalla capacità delle famiglie e delle imprese di ridurre i rifiuti e migliorare la raccolta differenziata. Per calcolare la TARIP ci si baserà su due elementi. Una quota fissa, determinata dalla dimensione dell’immobile e dal servizio fornito dal comune, e una quota variabile, calcolata in base alla quantità di rifiuti effettivamente prodotti. Di base ogni utenza ha, infatti, un numero minimo di conferimenti annuali, superati i quali viene applicato un costo aggiuntivo per ogni svuotamento extra.
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Un metodo più sostenibile ed equo per lo smaltimento dei rifiuti: ecco l’obiettivo dell’Italia
Per monitorare la produzione di rifiuti, i comuni utilizzano contenitori dotati di chip elettronici. Si registra così il numero di svuotamenti e il peso dei rifiuti conferiti. Questo sistema consente un calcolo preciso della tariffa, premiando chi produce meno rifiuti e penalizzando chi ne genera di più. Per chi differenzia correttamente è previsto un notevole risparmio economico, ma non è tutto. Questo nuovo sistema incentiva la riduzione degli sprechi e l’aumento del riciclo, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi europei di gestione dei rifiuti, come il 55% di riciclo entro il 2025.
Bisogna precisare, però, che l’applicazione di questa nuova tassa resta vincolata alla capacità dei comuni di attivare un sistema di misurazione dei rifiuti prodotti dalle singole utenze. Nel Sud Italia sono ancora molto pochi gli enti che hanno aderito, ma si spera che l’espansione di questo modello acceleri nei prossimi anni.