Bollette luce e gas, se superano questa cifra non le devi pagare: mandi questo documento e te le levano | È ufficiale
Cosa fare se la bolletta è troppo alta? Ecco il metodo per verificare che gli importi inseriti siano corretti e la procedura per chiedere l’annullamento della bolletta nel caso siano riscontrate irregolarità.
Negli ultimi mesi molti consumatori hanno segnalato un aumento vertiginoso delle bollette di luce e gas: le cause sono molteplici ma il risultato è uno solo, quello di gravare pesantemente sul bilancio economico delle famiglie italiane.
Quando ci si trova di fronte a importi esorbitanti, però, invece di accettare passivamente il pagamento bisogna sempre verificare l’origine dell’aumento per poterlo poi, eventualmente, contestare.
Una bolletta particolarmente alta può dipendere da consumi effettivamente elevati, da errori nei conguagli, ma anche da un piano tariffario inadeguato. In alcuni casi questi costi possono essere anche annullati.
L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) stabilisce che le bollette possono essere prescritte e non devono essere pagate se superano un certo arco temporale. Inoltre esistono procedure per contestare consumi anomali o fatture errate, presentando specifici documenti di reclamo.
Bollette troppo alte? Ecco da cosa potrebbe dipendere
Il costo elevato delle utenze domestiche è dovuto principalmente all’addebito basato su consumi presunti. Quando il fornitore non riceve l’autolettura aggiornata del contatore, infatti, procede a stimare i consumi in base ai dati storici: questo meccanismo può portare a discrepanze significative. In alcuni casi, infatti, il conguaglio può risultare eccessivo e ingiustificato e porta ad un pagamento molto superiore ai reali consumi.
Per evitare questo problema è fondamentale comunicare periodicamente l’autolettura del contatore, specialmente da parte di chi possiede dispositivi meno recenti che non consentono la telelettura automatica. Se la bolletta si basa su stime errate è possibile inviare un reclamo ufficiale al fornitore con una raccomandata A/R o una PEC, chiedendo la rettifica dell’importo. Secondo la normativa vigente il fornitore ha l’obbligo di rispondere entro 40 giorni. In caso di mancata risposta si può ricorrere all’ARERA per la risoluzione della controversia.
Come contestare una bolletta errata
Se la bolletta ricevuta presenta importi anomali o conguagli che risalgono a più di due anni prima, il cliente ha il diritto di non pagarla grazie alla prescrizione biennale stabilita dalla legge. In pratica se il fornitore addebita consumi troppo vecchi, il pagamento è annullato.
Per avviare una contestazione è necessario inviare un documento ufficiale al proprio gestore con l’indicazione della richiesta di prescrizione o della correzione dell’errore. Il reclamo deve riportare chiaramente i dati della fornitura, la copia della bolletta contestata e un’eventuale autolettura aggiornata. A questo punto si attende: se la risposta del fornitore non risulta soddisfacente rispetto alla richiesta, allora è possibile rivolgersi allo Sportello per il Consumatore Energia e Ambiente di ARERA, che fornisce supporto per risolvere il contenzioso senza costi per l’utente.