Disastro Coop, serrande chiuse e clienti disperati: chiusura immediata del colosso
La chiusura improvvisa della nota sede Coop ha lasciato di stucco i clienti, ma anche moltissimi sindacati e lavoratori: cosa è successo.
Non si tratta solo di un edificio o di un luogo di lavoro, ma di un pezzo di storia che si intreccia con la vita di tanti. Coop, per decenni, ha rappresentato un punto di riferimento per i consumatori italiani: sinonimo di qualità, convenienza e attenzione al sociale.
Tuttavia, quello che non traspare alla clientela è che c’è Coop e Coop Alleanza 3.0, una realtà più recente nata da fusioni e riorganizzazioni, con logiche spesso lontane da quelle della cooperazione tradizionale. Il successo della prima contrasta con le difficoltà della seconda, che si trova oggi a gestire decisioni dolorose come questa. Il nostro Paese, che ha sempre vissuto Coop come parte integrante del suo tessuto sociale, si ritrova ora a fare i conti con una perdita che va oltre il semplice ambito economico.
La chiusura di Coop
Coop Alleanza 3.0 è nata nel 2016 dalla fusione tra tre grandi cooperative del nord Italia. L’obiettivo era ambizioso: creare un’unica grande realtà capace di ottimizzare costi e risorse, garantendo ai soci i vantaggi di sempre. Tuttavia, la gestione centralizzata e i costi elevati si sono rivelati un ostacolo difficile da superare.
La sede di viale Virgilio, un edificio storico costruito tra gli anni ’70 e ’80, ha risentito degli anni e di un’inefficienza energetica ormai non più sostenibile. Con l’aumento dello smart working, lo spazio era diventato sovradimensionato rispetto alle reali necessità. La decisione, annunciata nel luglio 2024, si inserisce in un piano industriale che mira a ridurre gli sprechi dovuti anche ad una recente crisi economica, ma ha lasciato circa 300 lavoratori diretti e molti altri dell’indotto in una situazione di incertezza. Ad oggi, la situazione non è delle migliori.
Le conseguenze della chiusura
A differenza di quanto si possa pensare, la chiusura della sede di Modena non è solo una questione di numeri. Per molti lavoratori, si tratta di stravolgere abitudini consolidate, affrontare trasferimenti complicati o adattarsi a uno smart working che spesso è più un obbligo che una scelta.
Per Modena, invece, significa perdere un presidio importante del tessuto economico locale. L’indotto – dai servizi di manutenzione alla sicurezza – ne risentirà inevitabilmente, con ricadute su famiglie e aziende. I sindacati hanno espresso sin da subito forte preoccupazione, denunciando una mancanza di dialogo e di rispetto per il territorio.
Sebbene Coop Alleanza 3.0 ha mantenuto la sua promessa, ossia che nessun posto di lavoro sarebbe stato perso, ciò non toglie che questa decisione abbia sacrificato il benessere dei lavoratori e della comunità. Una scelta, insomma, che lascia dietro di sé più domande che risposte, specialmente se si protrarrà anche in altri territori italiani.