Bollo non pagato, scatta la prescrizione: Salvini ha già firmato | È ufficiale
Hai mai ricevuto una cartella di pagamento per il bollo auto non pagato? Non preoccuparti, c’è una buona notizia: potresti essere in grado di liberartene definitivamente.
Il Codice della Strada italiano ha subito un’importante modifica in materia di riscossione del bollo auto.
È stata introdotta una nuova norma che disciplina i termini di prescrizione per il pagamento di questa imposta.
In pratica, dopo un certo periodo di tempo, il diritto dello Stato a riscuotere il bollo non pagato si estingue.
Matteo Salvini ha già firmato
Grazie a una recente modifica legislativa, il temuto bollo auto, quella tassa annuale che grava sulle nostre tasche, potrebbe presto diventare un lontano ricordo per molti. Il suo importo varia in base a diversi fattori. Tra questi troviamo la potenza del veicolo, la sua classe ambientale e la regione di residenza del proprietario. Il bollo auto è anche una tassa regionale, quindi le regole possono variare da una regione all’altra. In generale, il termine di prescrizione per il bollo non pagato è di tre anni. Questo significa che, dopo tre anni dalla scadenza del pagamento, lo Stato non può più chiederti i soldi. Tuttavia, esistono delle eccezioni. Ad esempio, in Piemonte, il termine di prescrizione è stato portato a cinque anni. È importante ricordare che la prescrizione può essere interrotta da diversi atti, come le cartelle esattoriali o gli avvisi di pagamento.
In questi casi, il conteggio dei tre (o cinque, nel caso del Piemonte) anni ricomincia da capo. Pertanto, se hai dei debiti con il bollo, è consigliabile informarsi sulla normativa specifica della tua regione e tenere sotto controllo la tua casella postale. Oltre al termine di prescrizione, esiste un altro concetto fondamentale nel mondo del bollo auto: la decadenza. Mentre la prescrizione indica il termine massimo entro il quale lo Stato può richiedere il pagamento del tributo, la decadenza riguarda il termine entro il quale l’Agenzia delle Entrate deve notificare l’atto impositivo, come la cartella esattoriale. Se questo termine viene superato, l’atto è nullo e non può essere più impugnato.
Le cose cambiano
La Corte di Cassazione ha chiarito che il termine di prescrizione del diritto all’imposta decorre dal primo gennaio dell’anno successivo a quello in cui il pagamento doveva essere effettuato. Tuttavia, la notifica di qualsiasi atto interruttivo, come una cartella esattoriale, ha l’effetto di far ricominciare a decorrere il termine di prescrizione.
In sintesi, la decadenza tutela il contribuente da eventuali ritardi nell’azione amministrativa, mentre la prescrizione limita nel tempo il potere impositivo dello Stato.