“Arrestato per rissa”: Tony Effe, da Sanremo ai guai con la legge | La condanna
Ora più che mai, Tony Effe è sotto la lente d’ingrandimento dei media: cosa sta succedendo al trapper in questi mesi.
Dal dissing con Fedez a discapito della Ferragni, finendo per l’esclusione al concerto di Capodanno a Roma per l’accusa di testi sessisti: Tony Effe, in questo periodo, pare sia un po’ come il prezzemolo. E nonostante tutto lui a Sanremo è stato invitato, perché Carlo Conti lo vuole e, come dice lui stesso, “la musica non si censura”. Il brano che porterà in gara prende il nome di ‘Damme ‘na mano’.
Se dapprima a seguirlo erano solo gli appassionati del trap, ad oggi, la platea che segue le sue vicende e la sua musica sembra essere aumentata in maniera esponenziale.
Ed è adesso, a distanza di tempo, che sembrano venir fuori gli altarini; gli scheletri nell’armadio di un artista dal cuore d’oro, che al contempo ne ha combinate tante, ma ne è sempre uscito pulito, o quasi.
“Se voglio una cosa materiale la prendo con la violenza”
Che Tony Effe sia sempre stato un personaggio singolare, questo si sapeva, ma in pochi sanno cosa si nasconde dietro a quel immagine da ‘duro’. Si tratta di un passato roseo, ma al complesso delicato, che lui stesso ha voluto raccontare ai microfoni di One More Time, il podcast di Luca Casadei.
“Ho sempre avuto una rabbia dentro – confessa – e la psichiatra mi ha detto che forse dipende dal modo aggressivo che aveva mia madre con me, anche se era dolce come mamma. Se voglio una cosa materiale la prendo con la violenza, ma sono consapevole che sbaglio”.
Nonostante questo, l’artista conserva un cuore doro: “Desidero avere un figlio e sposarmi, e quando lo farò andrò a vivere a Roma”, ha raccontato il 33enne nella stessa intervista. Tuttavia, un altra cosa che in pochi sanno è che lo stesso Tony, all’anagrafe Nicolò Rapisarda, ha avuto diverse risse, due delle quali in cui è stato arrestato. L’ultima, non molto tempo fa, l’ha portato ad una condanna.
Tony Effe, l’arresto e la condanna
la faccenda risale al febbraio 2019, quando una notte di festa si è trasformata in un incubo per un giovane. Fuori da un locale in via degli Avignonesi, intorno all’alba, Tony Effe si è trovato coinvolto in una rissa che ha avuto conseguenze pesanti, non solo per la vittima ma anche per lui. Un ragazzo aveva iniziato a riprendere con il cellulare la scena della lite, attirando così l’attenzione del trapper, che non l’ha presa affatto bene.
“Se non ci dai il cellulare ti ammazziamo” – questa sarebbe stata la minaccia rivolta al giovane, seguita da un’aggressione violenta a base di calci e pugni. Il risultato? Una frattura alla mandibola per la vittima e un’accusa per lesioni personali aggravate per Tony Effe. Non proprio un bel biglietto da visita per l’allora membro di punta della Dark Polo Gang.
Il processo, a tratti surreale, si è concluso nel 2021 con una condanna che molti non si aspettavano: 40mila euro di risarcimento al ragazzo picchiato e l’obbligo di consegnare pacchi alimentari per la Caritas.