“Devi averlo in auto per forza”: Giorgia Meloni dichiara l’imposizione | Sarà costosissima

Giorgia Meloni nuova normativa (Ansafoto) - lagazzettadiviareggio.it

Giorgia Meloni nuova normativa (Ansafoto) - lagazzettadiviareggio.it

Una nuova imposizione si abbatte sugli automobilisti italiani d’ora in poi “Devi averlo in auto per forza”.

Questa nuova imposizione, dichiarata da Giorgia Meloni ha scatenato un’ondata di preoccupazione e polemiche.

Il costo legato a questa nuova normativa sarà estremamente elevato, mettendo a dura prova le già ristrette tasche degli italiani.

Ma quando entrerà in vigore e cosa prevede di avere a bordo obbligatoriamente questa nuova normativa? Scoprilo subito.

La nuova imposizione è vicina

Il regolamento europeo Fit for 55 introduce una svolta decisiva nella mobilità sostenibile, imponendo l’eliminazione graduale delle emissioni dei veicoli e culminando nel divieto di vendita di nuove autovetture con motori a combustione interna a partire dal 2035. Tale provvedimento, sebbene allineato con gli obiettivi climatici europei e in linea con le direttive del Green Deal, ha incontrato l’opposizione di alcuni Stati membri, tra cui l’Italia. Il governo italiano, pur condividendo l’obiettivo di ridurre le emissioni e promuovere la mobilità elettrica, esprime preoccupazioni riguardo alla rigidità del calendario e alla possibile limitazione delle opzioni tecnologiche. In particolare, l’Italia sostiene che l’elettrico, sebbene fondamentale, non debba essere l’unica soluzione percorribile e che sia necessario un approccio più flessibile che consenta lo sviluppo parallelo di tecnologie alternative, come i carburanti sintetici.

Per far valere le proprie posizioni, il governo Meloni ha proposto una serie di modifiche al regolamento. In primo luogo, è stata avanzata la richiesta di anticipare la revisione del regolamento sulle emissioni di anidride carbonica dei veicoli leggeri al 2025, al fine di valutare l’impatto dell’introduzione dei carburanti sintetici e di altri combustibili a basse emissioni. In secondo luogo, è stata sollecitata una revisione della data di entrata in vigore del divieto di vendita delle auto termiche, al fine di garantire una transizione più graduale e meno impattante sull’industria automobilistica e sui consumatori.

Divieto di vendita di auto a motore termico (Depositphotos) - lagazzettadiviareggio.it
Divieto di vendita di auto a motore termico (Depositphotos) – lagazzettadiviareggio.it

Un cambiamento costoso

In conclusione, il divieto di vendita di auto a motore termico dal 2035 rende chiaro che il futuro della mobilità è elettrico. Per rispettare le nuove normative e continuare a circolare liberamente, sarà necessario dotarsi di un veicolo a batteria. L’auto elettrica, dunque, si configura come l’unica opzione a lungo termine per chi desidera acquistare una nuova vettura.

Ma ad oggi nonostante un leggero aumento del 3,9% rispetto al 2023, le immatricolazioni di auto elettriche in Italia nei primi nove mesi del 2024 restano deludenti, fermandosi a 47.559 unità. La quota di mercato, seppur in lieve crescita, si attesta appena sotto il 4%, ben lontana dai target iniziali. I motivi di questo andamento sono molteplici: la carenza di infrastrutture di ricarica, l’elevato costo d’acquisto delle vetture elettriche e l’assenza di incentivi statali dal 3 giugno scorso stanno frenando la diffusione di queste tecnologie. Con prezzi di partenza che superano spesso i 30.000 euro, le auto elettriche rimangono un lusso per molti italiani.